venerdì 27 settembre 2013

Non tutti i mali vengono per nuocere

Mi sono beccata la bronchite!
Ecco adesso tutti i miei programmi sono andati a farsi benedire, perché non ci penso proprio a fare il transfer con tutti gli antibiotici e medicinali vari che ho preso e che ancora sto prendendo!
Sono tre settimane che ci combatto e ancora non mi passa. 
Comunque non tutti i mali vengono per nuocere e così ho deciso di approfittare di questa pausa forzata per cominciare una cosa che avrei dovuto iniziare da tanto. Finalmente mi sono decisa e sono andata dall'osteopata!
Ebbene si...l'ho fatto e sono felice...
Voglio arrivare al transfert nel migliore dei modi, fisico e mentale. Perché lui, l'osteopata, mi fa parlare e mi aiuta a tirare fuori tutto lo stress e le preoccupazioni che ho dentro (o almeno speriamo ci riesca). 
Abbiamo parlato delle cose che occupano i miei pensieri e naturalmente il discorso è finito li. Questo figlio che non arriva e che ha condizionato la mia vita e di conseguenza quella della mia famiglia. Mi ha chiesto se secondo me i figli sono solo quelli che concepisci e porti in grembo. Ho detto di no, sono convinta di questo. Un figlio diventa figlio nel momento in cui ti occupi di lui, lo educhi, lo aiuti a crescere. Anche se non lo partorisci tu. 
E naturalmente la domanda successiva è stata: Ma voi avete già due bambini che state crescendo, educando...perché allora intestardirsi nel volere un figlio biologico a tutti i costi?
Ecco, perché?
Perché io per loro sono e sarò sempre una seconda mamma. Perché l'affido è questo ed è giusto che rimanga così. Noi non ci siamo buttati sull'affido per la mancanza di figli nostri. Noi ci crediamo davvero in questo Istituto. Crediamo sia importante aiutare dei bambini ad avere un futuro sereno, anche per poco tempo ed anche se sarà doloroso il distacco. 
Ed anche se questo affido è diverso dagli altri perché al 99% loro resteranno sempre con noi, io sono e sarò sempre un seconda mamma. 
E poi perché fai dei progetti e fai delle scelte importanti. Io ho smesso di giocare a volley per questo. Abbiamo deciso che era arrivato il momento di concretizzare i nostri sogni e non potevamo farlo continuando con lo sport. Certo non avrei continuato ancora per molto, vista l'età, però altri 2/3 anni si è questa cosa mi fa arrabbiare. 

Ecco qual'è il problema: io sono arrabbiata. Ma questa rabbia la tengo dentro e mi logora. Sono tesa tutto il giorno e tendo ad accumulare lo stress sulla schiena, alla base del collo, sul ventre.
Mi ha manipolato un po' e quando mi sono alzata dal lettino ho avvertito un senso di leggerezza, soprattutto in testa. 
Lui mi aiuterà a rilassarmi e lavorerà per farmi arrivare al transfer senza tensioni, neutra. 

Sono uscita da li sicura che sarà tutto diverso sapendo però che il primo passo devo farlo io. 

È il nostro ultimo tentativo, sono sicura. 

L'avevo già accennato ma nelle ultime settimane avevo cambiato idea parecchie volte, forse per la paura di un nuovo fallimento. Ed invece adesso ho capito che devo essere pronta a voltare pagina. Lo devo a quei bambini che ultimamente mi vedono sempre pensierosa e distante. Lo devo a mio marito che negli ultimi 5 anni mi ha assecondato in tutto ed ha sopportato i miei stati d'animo, ma che è arrivato al capolinea. Lo devo a me stessa e alla mia vita che deve ricominciare indipendentemente da tutto. 


sabato 14 settembre 2013

Una storia a lieto fine

Oggi vi voglio raccontare una storia. 
Una di quelle belle, con il lieto fine.
 
Lui: uomo sui 45 anni, allenatore di pallavolo, relazione difficile con una donna della sua età. Cercano un figlio ma non arriva. Dopo 19 anni si lasciano. La ricerca di un figlio è stata così intensa e dolorosa che alla fine li ha divisi. 

Lei: donna di 34 anni, giocatrice di pallavolo. Single. 

Io: Giocatrice di pallavolo. Compagna di squadra di lei, atleta della squadra di lui. 

Nel 2007 io e Andrea ci sposiamo e andiamo a vivere insieme. Non è così scontato quando sei un'atleta professionista. Tante mie colleghe dopo il matrimonio hanno continuato a giocare lontano dalla famiglia. Io no. Io mi sono sposata per vivere con lui.
La scelta della squadra è stata naturale: il più possibile vicino a casa nostra. 
Ed è durante quell'anno che ho conosciuto Lui e Lei. All'inizio non c'era niente se non una tenera amicizia. Col tempo questa amicizia ha iniziato a prendere una strada diversa fino a portarli dove si trovano adesso: in una casa insieme con una bimba in arrivo. 

Ieri sera siamo andati a trovarli. È nata una bella amicizia con loro. 
Abbiamo cenato, chiacchierato, ricordato i bei tempi. E naturalmente abbiamo finito per parlare della bellissima emozione che stanno vivendo. Lui, un omone alto quasi 2 metri completamente fuori di testa per quella pancia che culla la sua bambina. 
Lui sa tutto del nostro percorso. Sa quello che abbiamo affrontato e si è sempre preoccupato che non diventasse una fissa per noi. Lui sa cosa significa non parlare più se non del figlio che non arriva. Lui sa di come i rapporti finiscono quando l'unica ragione per cui esistono è il desiderio di un figlio. 
La sua paura è legittima ma noi siamo diversi. Io e Andrea ci amiamo aldilà di tutto. Con un figlio o senza non importa ma è sempre bene ricordarselo ogni tanto. 

Comunque il fatto è che anche loro hanno dovuto ricorrere alla Pma. Hanno fatto una Fivet, una sola. E a gennaio nascerà una bella femminuccia. 
E la cosa fantastica è che anche l'ex compagna di lui è incinta e a febbraio diventerà madre di un maschietto. 

Mentre parlavamo del loro percorso mi sono accorta di quanto sapessero poco della Pma, o sarebbe più giusto dire che loro sapevano il necessario. Sono io quella che sa troppo. Quella che sa anche ciò che non le compete. Lei ha affrontato un pick up e un transfer senza avere la minima idea di cosa stesse facendo. E l'ho invidiata per questo. Perché sapere troppo non va bene. 

Postilla: ieri mi sono decisa finalmente a chiamare il centro per le blastocisti congelate. Se è tutto ok ad ottobre andiamo a riprenderceli!
Pauraaaaa!!!! 

mercoledì 4 settembre 2013

Perché non ti fai chiamare mamma?

Ore 16.00
Vado al centro estivo a riprendere i nanetti e mentre aspetto mi metto a parlare con una bambina di 6 anni. Era seduta con il viso imbronciato e così non ho resistito, mi sono avvicinata e le ho chiesto:"Martina cos'hai, perché non giochi con loro?"
E lei:"Perché fanno sempre giochi che a me non piacciono!"
Ed io:"Gioca prima a questo gioco e poi cambiate."
E lei:"Tu sei la mamma di Francesco e Lorenzo?"

Io:"Si"

PAUSA

Lei:"La seconda mamma."

PAUSA (nel frattempo Francesco, il più piccolo, si avvicina)

Io:"Si, la seconda mamma."

PAUSA (durante la quale mi guarda ma la sua testa stava preparando la domanda successiva)

Lei:"E perché non ti fai chiamare mamma?"

PAUSA (io e Francesco ci guardiamo)

Io:"Perché Francesco dice che il mio nome è bellissimo e quindi vuole chiamarmi così!"

PAUSA (ci guarda pensierosa. La mia bugia non la convince)

Francesco:"Perché la mia mamma vera si chiama S.

Lei:"Ma adesso la tua mamma è lei!"

Francesco:"Alessia è la mia seconda mamma. La mia prima mamma è S. Capito?"

PAUSA

Lei:"Vabbè, ci vediamo domani. Ciao."

Ho sempre saputo che prima o poi qualche bambino avrebbe chiesto ai nani perché non mi chiamavano mamma. È successo diverse volte e loro hanno sempre risposto dicendo la verità: Nostra madre adesso non può occuparsi di noi ed ha chiesto ad Andrea e Alessia se potevano farlo loro. Così viviamo a casa loro, Alessia è la nostra seconda mamma, Andrea il nostro primo papà, perché il papà papà non lo conosciamo. 

Non fa una piega!

Voi direte: e quindi? 
Il fatto è che nessuno mi aveva mai chiesto perché non mi facevo chiamare mamma! Sembrava quasi un'accusa!
Come se dipendesse da me. Come se io non volessi! 

Tra bambini è più semplice, loro non mentono, dicono la verità e finisce tutto. 
Oggi io ho mentito ad una bambina perché non avevo una risposta! 
È come quando ti chiedono come mai ancora non hai figli e tu rispondi che è troppo presto, che non è il momento, e cazzate simili. 
Ma ai bambini non puoi mentire, ti sgamano subito. 
Per fortuna che Francesco è venuto in mio aiuto ed ha risolto la questione. 

lunedì 2 settembre 2013

Oggi è un nuovo inizio

Settembre è il mese degli inizi...

La scuola, prima di tutto! Per quanto adoriamo i nostri piccoli nanetti tutte noi non vediamo l'ora di riportarli a scuola. Non è che non li vogliamo tra i piedi, abbiamo solo bisogno di una pausa.
D'estate devi essere sempre a mille, non puoi pensare di tenerli dentro casa tutto il giorno solo perchè a te va di stare stravaccata sul divano dopo una giornata di lavoro.
Perchè il problema è questo: io ho lavorato tutto agosto! E passavo dai bambini della casa famiglia ai miei nanetti che non capivano assolutamente la mia necessità di non sentire grida tutto il giorno. Ed avevano perfettamente ragione!
Ma manca poco ormai e tutto tornerà alla normalità...

E poi ci sono loro e fra un pò andremo a riprendercele...si, proprio loro, le blastocisti fiorentine!
Non ci ho pensato in questi mesi, avevo bisogno di una pausa, anche se le decisioni prese dipendevano comunque da loro. E così mi sono messa a dieta per poter affrontare il nuovo tentativo nel migliore dei modi, oltre al fatto che l'alternativa era rifarmi il guardaroba perchè non entravo più nei vestiti. E poi il lavoro e la decisione di non prendere ferie ad agosto perchè prenderò qualche giorno ad ottobre.

Insomma tutto ricomincia, è questo che ho pensato stamattina appena sveglia!
Ho già stilato una lista delle cose da fare prima:
  • Analisi tiroide
  • Visita ginecologica di controllo post raschiamento
  • Ecografia mammaria
  • Telefonata al centro di Firenze
 Adesso devo solo decidere l'ordine!


"Nessuno può tornare indietro 
e creare un nuovo inizio, 
ma chiunque può ricominciare oggi 
e creare un nuovo finale"
M. Robinson